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Gianluigi Viscardi, CEO di Cosberg, interviene su "La Fabbrica Digitale"

Gianluigi Viscardi, CEO di Cosberg, interviene su

Gianluigi Viscardi, CEO di Cosberg, parla del futuro del Manifatturiero sullo Speciale "I libri dell'Esperto risponde" - settimanale abbinato a Il Sole 24 Ore - intitolato "La Fabbrica Digitale". Questa edizione, dedicata appunto all'Industria 4.0, tocca diverse tematiche attuali, destinate a cambiare gli scenari futuri non solo del settore Manifatturiero, ma della quotidianità di ognuno di noi: stampanti 3d, produzioni su misura, internet delle cose, nonché elettrodomestici parlanti, automobili sempre più "autonome", prodotti su misura, smart bag e tanto altro. A fare una panoramica di ciò che sta accadendo e di ciò che accadrà nelle industrie, sono stati gli interventi di diversi personaggi chiave del mondo dell'innovazione tecnologica, della robotica e della ricerca universitaria.

Viscardi, che è intervenuto in qualità di Presidente del Cluster Tecnologico Fabbrica Intelligente, inizia così il proprio discorso: «Il punto è tornare a scommettere sul manifatturiero. Evoluto, moderno, sostenibile finché si vuole, ma è solo rivitalizzando il suo tessuto industriale che l'Italia può tornare a crescere oltre gli zero virgola». In gioco non è unicamente la competitività delle imprese, ma quella dell'intero sistema-Paese. «Le tecnologie ci sono» aggiunge Viscardi «e sono sempre più economiche e facili da usare. Tantissime aziende stanno già lavorando con i big-data, la sensoristica, internet delle cose. Per non parlare delle macchine a controllo numerico, delle tagliatrici al laser o delle stampanti 3d: roba di ogni giorno pure nelle piccole imprese. Il problema è la cultura industriale, che non si compra al mercato. Per esempio, la necessità di comprendere l'importanza delle nuove competenze. Che vanno cercate ovunque si trovino. Perché guai ad accontentarsi di andare bene, quando si potrebbe andare benissimo». Insomma, si deve reingegnerizzare l'intero processo produttivo, puntando sull'intelligenza degli oggetti, sui sistemi di connessione, sull'ICT, sulle reti digitali, sul cloud. Il tutto per mirare ad una maggiore efficienza nella gestione dell'azienda e alla possibilità di avere prodotti personalizzati e "intelligenti". E il Made in Italy, in questo scenario, ha tutto da guadagnare. È importante però, che il digital manufacturing continui a coniugarsi con il saper fare, le capacità manuali, le esperienze tramandate nei decenni, ovvero con il nostro punto di forza, che tale deve restare.